Lo spettacolo, nato nel 2005 in occasione dell'anniversario della Resistenza, è stato rivisto più volte. L'ultima versione è quella del 2009, portata in scena insieme al chitarrista Sandro Chierici.
Si tratta di un monologo teatrale con musiche originali, e racconta storie di popolo che vanno dal ventennio fascista, alla lotta partigiana, alla Liberazione in zona parmense. Esso si propone di divulgare storie locali, per forza di cose "minori", che diano però un'idea chiara e presente della dittatura e della lotta, essendo ambientate in luoghi vicini e familiari, anzichè in sconosciuti boschi, epici ma anche ignoti e vaghi per il pubblico.
Uno scopo di questo lavoro è proprio quello di uscire dall'epica, un'epica che ha il pregio di commemorare i fatti e il difetto di isolare gli stessi fatti in scenari grandiosi ma lontani, nello spazio e nel tempo.
Lo strappo, invece, è il frutto di un'energia di frattura, un potenziale che accompagna tutta la storia, che a volte si carica e si libera d'improvviso e riporta le cose ad un punto di equilibro: quel punto in cui ci siano buone ragioni per mettersi a ricucire. Anche di questo è composto il presente di ogni uomo o donna che stiano sul mondo e che ci vogliano stare in piedi, anche questa è una chiave per leggere la storia, sia antica che recente, portandola su un piano vivo e quotidianamente rinnovato, al sicuro da ogni tentativo di revisione.
In funzione della richiesta e degli spazi scenici, è portato in scena dal solo autore, o accompagnato da altri strumentisti. Durata: circa min. 60.
Palcoscenico di mt. 3,5 x 3,0;
n. 1 microfono con relativa asta snodabile; (ancora meglio un microfono ad archetto, purchè qualitativo per il canto)
impianto audio adeguato come dimensioni e qualità
illuminazione del palcoscenico.
Su richiesta, a condizioni da concordare, può essere fornito l'impianto audio e luci.