Rassegna stampa, recensioni

Rassegna stampa

"Un'anomalia, nel mondo musicale. Persona schiva, non ambisce apparire a tutti i costi, ed è cosa rara nel mondo dello spettacolo. Meno rara nel campo dell'arte. Da che parte fare stare la musica decidetelo voi. Fabrizio Frabetti, la sua scelta l'ha fatta. Tanta gavetta, tanto studio, spettacoli teatrali, due album. Il primo, UH!, aveva lasciato a bocca aperta per la bontà delle canzoni e per la veste musicale scelta, poco consona forse a quanto ci si aspetta comunemente da un disco cantato in italiano. Effettivamente, mi vengono in mente solo una manciata di cantautori (Massimo Bubola, Graziano Romani, in parte Francesco De Gregori, il Ron di Una Città Per Cantare, senza dimenticare Marino Severini con il fratello Sandro, ossia i Gang) che avevano "osato" rivestire di rock, ognuno con le rispettive influenze e senza risultare dei cloni, le proprie canzoni.
Ma quello era il 2010. Ora è il turno di Verso casa, e stavolta l'ispirazione pare venire più dal classico cantautorato nostrano degli anni '70 e '80. L'iniziale "Nuvolette" è quella che più si ricollega al disco d'esordio, andamento country-rock, con l'ospite Christian Pascelupo che fa i numeri alle tastiere. "Sogno alla frontiera" è più notturna, qui l'ospite è Roberto Pedroni con il suo sax. "Il giorno perfetto" è avvolta dagli archi. Le colline, i prati, il vento, la musica, la notte con la luna, il cielo, la musica. E i colori, tanti colori. Questi sono i temi dell'album "Verso casa" [...] sono le cose che Fabrizio ama, e se potesse "riporterebbe tutto a casa" ogni volta che torna verso la città [...] La città che è anche la protagonista di "Pane e vino" (diciamolo, è un capolavoro), garbato e poetico ricordo della strage di Bologna."
Luca Vitali su Pictures from Rock - West, febbraio 2018

"[...]A sorprendere positivamente è senza dubbio la voce profonda e scura del cantautore parmense, ma allo stesso tempo capace di muoversi con agilità nella perfetta alternanza tra brani rock e ballate [...] Tra i brani più intensi vanno inoltre segnalate Dio Del Mare, nella quale Frabetti sfoggia un sogwriting cinematografico condito da un eccellente intermezzo strumentale, la bella title track della quale si apprezza l'ottimo impatto sonoro, ma soprattutto Mezzosogno, che da sola vale l'intero disco. Insomma, il cantautore parmense con il suo disco di debutto, è riuscito a piazzare subito la zampata giusta, che ci permette di scoprire tutta l'energia e lo spessore poetico delle sue canzoni. Insomma Frabetti con Uh! si è guadagnato sul campo un posto di diritto nella migliore tradizione cantautorale emiliana.[...]"
Salvatore Esposito su Blogfoolk, 23 settembre 2010

"[...]L'alternanza tra brani lenti e canzoni più "veloci" prende per mano l'ascoltatore, mentre Frabetti sembra a suo agio qualunque cosa canti. Alcuni pezzi dovrebbero entrare di diritto tra le canzoni da ricordare ("Le stelle della Cisa", "Mille e una notte", "Dio del mare", "Mezzosogno" e "Uh!"), ma anche le restanti meritano più di un ascolto.
Un bel disco di musica d'autore, ma non pensate a cose pesanti da digerire, qui c'è una leggerezza che è difficile da trovare in tanti dischi. [...]"
Andrea Tinti su Musicplus, summer 2010

"UH! - Narrare la vita tenendo stretta la carta della poesia
[...]prendetevi quella mezzora di tempo necessario e disponetevi all'ascolto. Non avrete modo di pentirvene. [...]se i brani lenti hanno tutto un fascino accentuato dalla voce scura e profonda di Fabrizio (un nome che in musica è un destino!), i brani tirati tessono il filo di una storia che non deflette mai dal suo obiettivo. Che è bello chiaro e percepibile. Narrare della vita, tenendo stretta la carta della poesia. [...]Energia, storie da raccontare, immagini da far passare al servizio di una voce di velluto ruvido. L'impressione che si tratti di un disco importante e, come tale, destinato a far fatica per girare. Spargete comunque la voce: Fabrizio Frabetti va ascoltato."
Moka, La brigata Lolli, 21 febbraio 2010.

"Un disco di canzoni sincere, emozionate e davvero emozionanti[...] Le strutture narrative, quasi cinematografiche di "Dio del mare" risvegliano sentori eighties, sensazioni di un epos molto intimo[...] Ammaliante la ballata romantica di "Mille e la notte", dove l'ombra di Federico Fiumani si allunga protettiva. Voce e strumenti dialogano come vecchi amici che riscoprono il passato[...] Le liriche di Fabrizio sanno di una ruggine positiva, di quelle che intacca gli anni ma solo perchè si riconoscano i segni dell'esperienza."
Francesco Nunziata, OndaRock, 11 gennaio 2010.

"rapito da un'America fittizia e immaginaria un po' alla Massimo Bubola e traviato da un Ivano Fossati nemmeno troppo lezioso. Tra chitarre elettriche sudiste (Le stelle della Cisa) e hammond (Hu!) ci si ritrova tra le mani un disco che mescola mestiere, buone idee e un dna melodico ineccepibile.."
Luca Barachetti, Stefano Solventi, Fabrizio Zampighi, SentireAscoltare, 2 febbraio 2010

"La casualità della vita nel recital di Frabetti"
Partenze, arrivi, incontri. La casualità della vita. Un amore. Forse. Un viaggio da Milano ad Ancona, pensieri e musica tra ricordi ed emozioni, immagini che ritornano... [...] Un evento breve, ancora da equilibrare, così sembra, per una teatralità più sicura. Tra gli applausi del pubblico.
Valeria Ottolenghi, Gazzetta di Parma, 6 aprile 2008.

"Proposte d'autore: Binario FF
Viaggia nel mondo della canzone d'autore da molti anni, Fabrizio Frabetti, in quello spazio in cui le frontiere sono occasioni di incontro e non di divisione, dove parola e musica dialogano con calma e passione e insieme ascoltano il silenzio.
[...] L'originalità sta in una sicura autorevolezza della parola, mai sottomessa alla melodia o a forma già sentite. Proprio questa novità colloca Frabetti-Farina in un'area di sperimentazione colta e popolare insieme [...] Mariagrazia Manghi su Caffèdelteatro di giugno/luglio 2005

[...] "C'è un luogo, simbolico e aperto, in cui la musica sconfina nella letteratura e un concerto si ferma a riflettere per trasformarsi in "reading". Ed è là che trova espressione il cantautorato di Fabrizio Frabetti, "parmigiano d'Oltretorrente", come ama definirsi lui nella sua biografia.[...] Senza binari, titolo del loro concerto-reading, è un "concept" di canzoni e narrazioni che in realtà viaggia su due binari, l'amore da una parte e l'impegno dall'altra. Due binari da percorrere (solo per scelta) se si è avvezzi a un concetto maturo di libertà e si desidera così diventare uomini. Frabetti [...] ha scritto lo spettacolo Senza binari proprio quest'anno, facendovi confluire una lunga ricerca letterario-compositiva. In un clima da "canzone d'autore", con sfumature jazz e blues, [...] come in un puzzle, ma dall'esito non scontato, i dodici pezzi si incastrano con altrettanti testi di Frabetti per raccontare le insidie del mondo d'oggi, osservate dal doppio binario di chi coltiva sia l'amore che gli ideali, senza però essere moralista. [...]
Fabrizio Marcheselli sulla Gazzetta di Parma del 27/11/2004

[...] "Il suo pezzo in concorso, Glaciazione, è un inno di critica e speranza per una società civile che si deve risvegliare. C'è che la gente, non ha voglia di pensare... si fa rubare la moglie e poi la casa e il cane, mentre aumenta il prezzo del pane canta Frabetti, con un semplice e ripetitivo accompagnamento di chitarra. Nei suoi testi si legge un grande talento: Sognamo che, nell'essere umano, sia talmente radicata l'eredità e l'impronta di un qualche Dio buono, da poter creare, in mezzo al nulla in cui viviamo, una nuova utopia in cui credere." [...]
Dall'articolo di Francesca Brignoli, Gazzetta di Reggio del 29/4/2004.

"Un poeta, Fabrizio Frabetti, senza dubbio un ambasciatore della parola in musica.
[...] percorre fin da subito strade parallele, autarchiche, alla ricerca della propria personale identità compositiva. L'immaginario padano, mitico, è di fatto trasfigurato, in certi momenti, in cronache di rara intensità emotiva, altre volte stemperato in visioni dal sapore crepuscolare.
La cifra stilistica di Fabrizio Frabetti attinge in modo sostanziale dal corpo della "provincia" senza essere provinciale, lontano da facili mitologie e immedesimazioni autoreferenziali che spesso popolano l'affollato palcoscenico "cant-autorale".
Rispettoso l'approccio con il pentagramma. L'impianto musicale si nutre con rispetto e discrezione degli stilemi del blues, del rock, ma anche di insospettabili vie trasversali (frutto di una voracità d'ascolto e conoscenza della materia) senza mai farsene dominare pienamente. E procede per una scarnificazione concettuale, lasciando pura la traccia dell'ispirazione poetica.
[...] Del maestro livornese Piero Ciampi si intravedono l'elegiaco approccio al contenuto, la penetrazione nel mondo popolare tout court, ma superato qui da una verve poetica più risoluta e proiettata su orizzonti di modernità. Si percepisce, nei brani di Frabetti, la autorevolezza della parola (fiera : esposta) che non si sottomette alla facile presa della melodia o di forme poetiche abusate.
L'originalità profonda e il suo "privato" salto generazionale si coglie proprio nella tessitura di testi e musica. Brani che presi per mano sanno condurre al centro delle cose con eleganza, senza mezze misure e inutili artifici stilistici. [...]"
Pubblicato da Saturnet su it.arti.musica il 12/01/2003.

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